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IL PUERPERIO E I CAMBIAMENTI DI UNA DONNA DOPO IL PARTO


 

Il rientro a casa dopo la dimissione ospedaliera rappresenta per molte donne una fonte di stress, poiché, la nascita di un neonato comporta grandi cambiamenti sia a livello familiare, che individuale. Il passaggio dallo status di donna a quello di madre, non è sempre immediato: le novità cui bisogna sottoporsi sono molte e non sempre in ospedale si ha il tempo necessario per adeguarsi, dal momento che la dimissione ospedaliera avviene sempre più precocemente.

L’ostetrica, oltre ad essere una delle figure di riferimento per tutto il periodo della gestazione e del parto, possiede competenze tali, da poter assistere e supportare una donna anche nel periodo del puerperio.

Uno dei punti cardine del puerperio è sicuramente l’allattamento. L’OMS raccomanda che l’allattamento sia esclusivo per i primi sei mesi e che continui almeno fino ai due anni. Nonostante il 90% delle madri ritenga che l’allattamento al seno sia la miglior forma di nutrizione infantile e il 95 % inizi ad allattare, a distanza di 6 mesi dal parto il 68% decide di smettere. Per favorire un buon allattamento occorre valutare la frequenza e la durata della suzione, il corretto attacco al seno, la comparsa di dolore a livello del capezzolo, la comparsa di eventuali sintomi che suggeriscano ingorgo, mastite, candidosi eritema o tensione mammaria. La decisione materna di allattare si basa su fattori multipli quali conoscenze riguardo l’allattamento, desiderio materno, supporto esterno e modelli che influenzano la famiglia.

Un altro ambito di intervento durante il puerperio è quello della valutazione e cura degli esiti perineali conseguenti il parto. Un trauma a livello perineale rappresenta un evento comune il cui sintomo principale è il dolore, sia a breve che lungo termine. Il dolore può essere associato a lacerazioni spontanee, esecuzione di episiotomia o edemi. Innanzitutto è importante avere le giuste informazioni riguardanti la cura della parte lesionata: adeguata igiene generale, cambio degli assorbenti con regolarità, eseguire una corretta igiene delle mani, tenere la zona ben detersa ed asciutta ed includere nella propria dieta cibi ricchi di vitamina C, quali ad esempio agrumi, kiwi, ciliegie, peperoni, ortaggi a foglia verde, pomodori e patate con lo scopo di favorire la guarigione della ferita. In caso di comparsa di incontinenza urinaria e fecale o dispareunia, è sempre meglio rivolgersi ad un professionista.

Durante il puerperio si ha una fisiologica involuzione uterina, ossia una riduzione progressiva delle dimensioni dell’utero, un cambiamento della sua posizione all’interno della pelvi e una variazione del tono. L’utero inizia a ridursi immediatamente dopo l’espulsione della placenta ed entro 10-12 giorni dal parto ritorna al di sotto della sinfisi pubica. Trascorsa una settimana dal parto l’utero riduce il suo peso del 50%, fino ad arrivare a circa 60 gr al termine del puerperio (nell’immediato post-parto pesa circa 1000-1200 gr e misura circa 18-20 cm di lunghezza). Durante questo periodo, la donna avrà perdita di sangue che sarà abbondante nei primi 3-5 giorni e che andrà riducendosi e scomparendo in circa 20/30 giorni.

Oltre al piano fisico, con la nascita, si hanno cambiamenti anche sul piano psicologico ed emozionale. Dopo il parto può succedere che compaiano dei sintomi di tristezza e melanconia dovuti al drastico cambiamento ormonale post-parto (crollo degli estrogeni e del progesterone) e alla spossatezza fisica e mentale dovuta al travaglio e alla nascita. Questo fenomeno si definisce “baby blues” ed è un disturbo affettivo transitorio e di breve durata, che generalmente tende a risolversi spontaneamente entro circa due settimane. Questo stato di malessere passeggero è caratterizzato da irritabilità, sbalzi d'umore, disturbi del sonno, disturbi dell'attenzione e sentimenti di impotenza dovuti alla percezione di se stessi come incompetenti nel proprio ruolo di madre. Il baby blues si riscontra nel 30-80% delle donne nelle prime due settimane del periodo post-partum, è uno stato fisiologico e che non altera la capacità della donna di prendersi cura del proprio figlio. In questo periodo è fondamentale il supporto alla madre da parte del partner del partner e delle persone a lei vicine ,così da farla sentire meno sola ed inadeguata. Distinta dal ‘baby blues’ è la ‘depressione post partum’, i cui sintomi sono più intensi e duraturi. La neomamma è in questi casi colpita da uno stato di malessere profondo ed invalidante, che si può manifestare con sentimenti di tristezza continua, senso di colpa, ansia, senso di inutilità, difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni anche banali, disturbi del sonno e dell’appetito, preoccupazione ingiustificata ed eccessiva nei confronti del bambino o al contrario totale disinteresse verso il neonato. In questo caso è fondamentale rivolgersi il più velocemente possibile ad uno specialista.

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